Chi parlava di interlocuzione inadeguata e mancanza di raccordo tra gli uffici non sbagliava. Nella forma, come da allarme lanciato dalla Corte dei Conti, la Provincia rischia il dissesto. Nei fatti la situazione potrebbe non essere così grave. A determinare le ripetuti segnalazioni dell'organo di controllo un black out comunicato che ha quasi dell'incredibile. Nell'adunanza dello scorso 12 ottobre, come riportato nei giorni scorsi, la Sezione siciliana intimava al Consiglio di adottare entro 90 giorni le misure correttive sulla base delle gravi criticità riscontrate negli equilibri di bilancio, «in gran parte confermate a seguito del contraddittorio con l'ente». Ed è quest'ultimo il passaggio sul quale si è verificato il cortocircuito. E' infatti saltata fuori una memoria predisposta da Palazzo dei Leoni, datata 25 settembre, attraverso la quale si fornivano adeguate controdeduzioni ai rilievi mossi. Un documento all'interno del quale venivano chiariti molti aspetti relativi alla condizione dei conti dell'ente e dei provvedimenti presi seppur successivamente all'approvazione del Consuntivo 2010, bilancio sotto esame.
Come può l'organo scrivere che le criticità sono state confermate nel contraddittorio con l'ente se un atto dimostra il contrario? Le possibilità sono due: o è andata “persa” la memoria scritta o nel confronto “orale” i delegati della Provincia sono andati in direzione opposta rispetto agli atti. Nella già citata memoria si snocciolano, seppur non approfonditamente, tutte le circostanze che “scagionerebbero” l'Amministrazione dai richiami evidenziati. Si parte dai tempi lunghi per l'approvazione del bilancio e si continua con le riduzioni di trasferimenti erariali e regionali, che hanno contribuito alla formazione del disvanzo di gestione e dunque all'utilizzo (per la Corte eccessivo) dell'Avanzo per far fronte alle spese obbligatorie e indifferibili. Per quanto riguarda i debiti fuori bilancio, si fa presente che nel corso dell'esercizio 2011 sono stati approvati debiti fuori bilancio per 1.195.453, 67 euro e che il Consiglio sta continuando ad esaminare le rimanenti proposte, che sono però innumerevoli. Anche sul piano dei residui attivi, uno dei nodi cruciali per la Corte, nella memoria si sottolinea come nel 2012 siano stati riscossi 342.866,55 euro, riducendo a 407.242,56 euro (titolo III) e 22.328,87 (titolo I) l'ammontare (comunque elevato) dei crediti che l'ente si è impegnato a recuperare anche coattivamente. Altra “bomba” è quella relativa all'incidenza del personale, ridotta dal 62,92% del 2011 al 56,39% del 2012, ma pur sempre pesantissima. Dalla ragioniere generale è stato ribadito che l'incremento rispetto agli anni precedenti sia stato determinato dal fatto che le spese correnti hanno subito un decremento imposto dall'obiettivo del mantenimento del “patto di stabilità”, ma anche dall'influenza sulla spesa dei tagli ai finanziamenti. E che di conseguenza, stante l'incomprimibilità della spesa del personale in servizio, risulta impossibile ridurre l'incidenza.
Insomma le risposte, seppur non pienamente complete e soddisfacenti, sarebbero arrivate. Resta da capire cosa ha determinato la mancata presa d'atto della Corte dei Conti. Intanto l'Amministrazione è chiamata, attraverso il segretario generale, a predisporre i provvedimenti che dovranno essere assunti dal Consiglio. C'è tempo fino al prossimo 14 gennaio, ma il presidente del civico consesso Salvino Fiore ha chiesto che la delibera venga trasmessa prima di Natale. Per evitare che la macchina si inceppi nuovamente, serve però un adeguato collegamento tra gli uffici, in questo momento apparso inesistente.