A causare disagi alla circolazione è stato lo scoppio di un grosso tubo all’altezza del museo, sul Viale della Libertà, l’arteria più utilizzata per chi proviene dalla zona nord per raggiungere il centro della città. L’Amam è prontamente intervenuta sul posto per riparare il guasto. Contestualmente si è, però, resa necessaria la chiusura della strada. A pagarne le conseguenze i tanti automobilisti, letteralmente rimasti imbottigliati per chilometri e chilometri. Ripercussioni sia sulla litoranea che sulla panoramica dello stretto, individuata da molti come possibile via alternativa. Traffico deviato sulla circonvallazione, ma l’enorme flusso di autovetture ha congestionato, inevitabilmente, tutte le aree interessate. Difficile spiegare l’accaduto a chi si trovava al volante. Moltissimi sono ritornati a casa, altri, impossibilitati a farlo, si sono rivolti alla nostra redazione per capire i motivi del rallentamento. Secondo le segnalazioni raccolte, non è stato fatto abbastanza dagli organi preposti per limitare i disagi. Con maggiore tempestività si sarebbe potuto evitare il classico tappo e dirottare le auto sulle poche vie alternative disponibili, alcune delle quali sono state aperte quando la situazione era quasi al collasso.
A prescindere dalle responsabilità, anche l’episodio di oggi dimostra che Messina non è ancora del tutto attrezzata ad affrontare le emergenze perché, in casi del genere, manca il raccordo che possa consentire una gestione della situazione più oculata e senza stress. Era accaduto qualche giorno fa con il maxi tamponamento in tangenziale e, a distanza di meno di una settimana, i disagi si sono puntualmente ripetuti con il blocco stradale di oggi. Per limitare i problemi alla viabilità basterebbe mettere gli automobilisti nelle condizioni di sfruttare più soluzioni viarie, ad esempio, per la zona nord, gli svincoli di Giostra e Annunziata, senza perdersi in lungaggini, ma andando dritto al cuore del problema e cioè capire che Messina è una città che necessita di altre arterie. Allo stesso tempo, si rende necessaria una comunicazione più tempestiva. Non osiamo neppure immaginare cosa potrebbe accadere in caso di vera e propria emergenza. Se basta un tubo per mandare tutto in tilt, figuriamoci altro.