Dall’inchiesta, coordinata dal procuratore f.f. di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dal pm antimafia Antonio De Bernardo, è emerso che l’associazione criminale era attiva nel comprensorio di Marina di Gioiosa Ionica e da alcuni anni aveva monopolizzato il mercato degli stupefacenti con proiezioni in Calabria (nelle province di Crotone, Catanzaro) e in Sicilia (soprattutto Messina). Nel corso dell’indagine, effettuata grazie anche a intercettazioni telefoniche ed ambientali oltre a attività di videosorveglianza, il 28 gennaio 2008 è stato arrestato a Messina il sidernese Giovanni Scarfò, che era stato sorpreso con oltre quattro chili di marijuana. Da quell’arresto è emersa l’esistenza di due organizzazioni criminali dedite al commercio di sostanze stupefacenti. La prima, con base a Marina di Gioiosa Ionica, imperniata su diversi componenti della famiglia Lombardo ma con diramazioni, per la distribuzione, a Catanzaro e Crotone; la seconda, rivelatasi seguendo le attività di uno dei componenti della prima costruita attorno all’asse composto da un fornitore di Siderno, Giuseppe Scruci (25) e ad un distributore di Messina, Angelo Cannavò (30). Una
“joint-venture” che stava crescendo di fornitura in fornitura e appariva ormai destinata a monopolizzare il lucroso mercato della droga.