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Iacp, parlano in tre
Cicero torna libero

Ci vorrà un po’ per sentire uno ad uno tutti gli 81 dipendenti coinvolti. Ieri, primi interrogatori di garanzia davanti al gip Monica Marino. Indagati con la coda fra le gambe, in un’atmosfera di “religiosa” compostezza. Precedenza ai quattro colpiti dalla misura cautelare dei domiciliari. L’unico di loro ad avvalersi della facoltà di non rispondere è stato Salvatore Cicero, il quale ha ottenuto la libertà (perché in pensione dallo scorso primo ottobre). Gli altri tre hanno respinto le accuse: si tratta di Eugenio La Bella, Gaetano Sidoti e Antonino Novak. Quest’ultimo, affiancato dall’avvocato Carmelo Scillia, ha cercato di chiarire, quanto più serenamente, la sua posizione, ammettendo
talvolta una certa «superficialità» nel non «timbrare il cartellino» nella sede dell’Istituto prima di recarsi nei cantieri. Perché è qui, a quanto pare, che Novak, in qualità di direttore dei lavori e responsabile della sicurezza passava la maggior parte del tempo, alle prese con demolizioni di baracche e altri interventi edili che, stando al suo racconto, lo impegnavano per diverse ore della giornata. E ci sarebbero, è emerso anche questo, riscontri oggettivi (ed eventuali testimonianze di operai), come determinate
problematiche da risolvere in loco (tubazioni da spostare, allacci di energia elettrica nelle abitazioni in costruzione, ecc.) capaci di sostenere la sua condotta.

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