Sui conti del Comune e sulle misure correttive da adottare le distanze tra il commissario straordinario e i partiti (ma anche i sindacati) si fanno sempre più evidenti. Il Pd ha
detto senza mezzi termini che il piano anti-crisi predisposto da Luigi Croce è «in parte inattuabile e in parte inefficace»; i responsabili delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil manifestano perplessità, certe che «si possano ancora stanare sprechi e privilegi senza comprimere i salari dei lavoratori e salvaguardando tutti i posti nel settore dei servizi sociali». Croce continua a sostenere che Palazzo Zanca è oberato da una mole di debiti che si aggirano attorno ai 240 milioni di euro e che per fare il bilancio di previsione serve un contributo straordinario di 50 milioni, senza il quale l’ente andrà inevitabilmente al dissesto (ipotesi che il commissario, comunque, dichiara di non volere, per gli effetti disastrosi che avrebbe non solo sul Palazzo municipale ma sul tessuto socio-economico della città).
Ma dal presidente provinciale del PdL, ed ex sindaco, arriva la replica più dura. «Non so a cosa o a chi serva dare ancora numeri sui conti del Comune – afferma Giuseppe
Buzzanca –, la campagna elettorale è finita insieme alla propaganda e alla ricerca spasmodica del “mostro”.