Non solo i 95 lavoratori ma anche migliaia di bambini e soprattutto i loro genitori con il fiato sospesa per l’ennesima vicenda che riguarda l’occupazione a Messina. Qualche giorno fa hanno inscenato un sit in dinnanzi a palazzo Zanca per mettere in risalto una situazione che potrebbe esplodere da un momento all’altro. Non è una vertenza contro il datore di lavoro, anzi, fin qui i dipendenti sono stati puntualmente pagati, ma una forte preoccupazione che il rapporto tra l’amministrazione comunale e la ditta non venga formalmente rinnovato. L’impresa “La cascina”, fornisce i pasti a circa 80 istituti scolastici sparsi sul territorio comunale. Più di tremila piccoli alunni possono quindi svolgere attività prolungata rimanendo a scuola dopo la tradizionale attività mattutina. Un tempo i pasti, nella maggior parte dei casi, venivano preparati direttamente nei plessi ma, non essendoci più le condizioni, vengono preparati in idonei locali esterni e poi distribuiti. Un’organizzazione affidata a 95 persone, in gran parte donne, che lavorano per portare in tavola una pasto completo, primo secondo contorno e frutta a piccoli tra i 3 e i 10 anni. 95 persone tra cuochi, amministrativi, autisti e addetti alla distribuzione nelle varie scuole. Un servizio delicato, trattandosi di bambini, espletato tra diverse difficoltà soprattutto in quei plessi non proprio all’avanguardia sotto l’aspetto strutturale. In alcune scuole, le stesse classi dove si svolgono le lezioni fungono da refettorio all’ora della mensa e quindi, in un breve lasso di tempo, devono essere adeguatamente adibite. Molti di loro sono lavoratori mono reddito con situazioni familiari difficili. Sono impegnati solo 8 mesi l’anno non percependo nulla nel periodo estivo e soprattutto, non sono tutelati con il ricorso agli ammortizzatori sociali, qualora dovessero perdere questa occupazione.