Sette anni sono stati inflitti ad Antonino Bonaffini, conosciuto come Ninetta, che doveva rispondere di usura ed estorsione e per il quale il PM Antonio Carchietti aveva chiesto la condanna a 12 anni ed 8 mesi. Assolti per l’usura Carmelo Bonaffini ed Antonino mangano ma quest’ultimo dovrà scontare un anno ed otto mesi per violazione della legge sulle misure di prevenzione. Per il primo il PM aveva chiesto 3 anni e per Mangano 6 anni ed otto mesi.
I tre erano stati arrestati dalla Squadra Mobile nel gennaio scorso dopo la denuncia della vittima che non riusciva più a far fronte alle rate ed alle pressanti minacce. Nel luglio dell’anno scorso il commerciante non era stato più in grado corrispondere i 600 euro mensili su un prestito iniziale di 5 mila euro ottenuto ad aprile 2010. Qualche mese dopo l’uomo si è rivolto alla Squadra Mobile raccontando che, trovandosi in difficoltà economiche con le banche, si era rivolto ad Antonino Bonaffini, per ottenere liquidità. Spiegò agli investigatori di essere stato costretto a pagare interessi mensili del 12% e di essere stato pesantemente minacciato quando tardava a versare la rata. Solo una volta, raccontò il commerciante, la rata sarebbe stata riscossa da Carmelo Bonaffini. Inoltre quando Ninetta fu arrestato nell’operazione “Fenice” l’incombenza, sarebbe toccata al cognato ad antonino mangano che per il reato di usura è stato però assolto.
I tre erano stati arrestati dalla Squadra Mobile nel gennaio scorso dopo la denuncia della vittima che non riusciva più a far fronte alle rate ed alle pressanti minacce. Nel luglio dell’anno scorso il commerciante non era stato più in grado corrispondere i 600 euro mensili su un prestito iniziale di 5 mila euro ottenuto ad aprile 2010. Qualche mese dopo l’uomo si è rivolto alla Squadra Mobile raccontando che, trovandosi in difficoltà economiche con le banche, si era rivolto ad Antonino Bonaffini, per ottenere liquidità. Spiegò agli investigatori di essere stato costretto a pagare interessi mensili del 12% e di essere stato pesantemente minacciato quando tardava a versare la rata. Solo una volta, raccontò il commerciante, la rata sarebbe stata riscossa da Carmelo Bonaffini. Inoltre quando Ninetta fu arrestato nell’operazione “Fenice” l’incombenza, sarebbe toccata al cognato ad antonino mangano che per il reato di usura è stato però assolto.