La proposta viene dai due lati opposti del consiglio comunale. Nello Pergolizzi del Fli e Felice Calabrò del Partito democratico hanno firmato una proposta di delibera che sarà presentata al commissario Straordinario Croce per cercare di dare un futuro più duraturo a Casa Serena.
L’idea di massima è quella della realizzazione di un bando ad evidenza pubblica che consenta la concessione della gestione globale della struttura residenziale. A fine anno scadrà l’affidamento in gestione dei servizi forniti ai 102 anziani che vivono, alcuni da diversi anni a Casa Serena.
Ogni anno al comune tenere aperta la struttura e garantire assistenza agli ospiti costa circa 4 milioni e mezzo di euro. Soldi che adesso non ci sono più. Una nuova gara per la gestione del semplice servizio appare impossibile da proporre perché Palazzo Zanca non ha ancora un bilancio approvato.
A questo punto il cambio di rotta appare ai due consiglieri non solo opportuno ma anche l’unica via percorribile per evitare la chiusura della struttura. Prendendo spunto dall’esperienza fatta da altri comuni, il comune potrebbe affidare a privati la gestione integrale dell’area e del servizio con gli oneri delle spese ordinarie a carico di chi dovesse aggiudicarsi la concessione. Il Comune avrebbe compiti di controllo e vigilanza ma al concessionario dovrebbe spettare la riscossione delle rette e la manutenzione dell’immobile che in questo momento è in capo a Palazzo Zanca..
Per gli utenti –sottolineano nella loro proposta di indirizzi i due consiglieri Pergolizzi e Calabrò – il servizio non cambierebbe anche se andrebbe modulata la retta in base a quelle che sono le reali possibilità degli anziani ospiti. Il Comune con l’affidamento a privati della struttura e della gestione potrebbe centrare anche l’obiettivo di un risparmio che di questi tempi è anche ben gradito.
Nei particolari il bando dovrebbe definire durata del contratto , corrispettivo, riserve di posti ai residenti, il canone di gestione, e soprattutto la garanzia della continuità lavorativa del centinaio di lavoratori che in questi anni si sono presi cura dei nostri nonni.
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