Era il 2005 quando la demolizione delle baracche e di parte delle case ultrapopolari di Bisconte apriva nuovi scenari al villaggio più al centro di Messina. Ma tutto si fermò proprio allora ed, oggi, il degrado e le sofferenze di Bisconte non hanno eguali negli altri rioni poveri della città. Una tortura che si consuma da sette anni. Eppure, era stato disegnato per Bisconte uno scenario virtuoso che andava ben oltre il palazzone a tre torri che in quel lontano 2005 accoglieva le 189 famiglie sfollate. Era il piano della verde vallata con al centro l’ambizioso parco urbano progettato dall’Iacp, al fianco del torrente finalmente riqualificato, proiettata verso un nuovo sviluppo affidato a palazzine
riprogrammate dal Comune, con meno cemento e più spazi esterni: i famosi “112 alloggi”–in due fasi, prima 60 –a monte e a valle della piazza e della chiesa della SS. Annunziata e San Giuseppe. Di tutto questo nulla ha visto la luce e, laddove doveva delinearsi, in quelle aree dello sbaraccamento destinate ad un risanamento meno palazzinaro, le discariche di eternit da 7 anni continuano a dominare.