È stallo. Probabilmente fatale. Non si può neanche parlare di muro contro muro perché la famiglia Faranda è stata chiarissima su cosa intende fare e su cosa può fare. Cioé nulla, in questa fase. Nella lettera aperta inviata nei giorni scorsi agli organi di stampa, il gruppo titolare degli stabilimenti e del marchio Triscele, nell’esporre posizione e tesi, ha di di fatto sgomberato il campo da qualsivoglia aspettativa a breve o medio termine. Che poi – come sottolineano amaramente i 41 ex lavoratori – la famiglia Faranda abbia improvvisamente deciso di «non rispettare i patti», è questione che attiene alle dinamiche delle parti in causa. Ieri nuova riunione in Prefettura. A differenza del vertice del 15 novembre, questa volta il gruppo Faranda era presente, come peraltro aveva preannunciato al prefetto, anche per replicare a esplicite accuse di “diserzione”. Il confronto è stato durissimo, nessuna soluzione è stata individuata e anche questo era prevedibile. I sindacati, con la Flai Cgil in testa, stanno riflettendo sul da farsi. Inevitabile un inasprimento delle azioni di protesta.
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