L’emergenza c’è, anche se ancora non si vede. Perché il blocco dei mezzi che portano i rifiuti in discarica annunciato ufficialmente ieri al commissario di Messinambiente Di Maria è destinato a provocare effetti anche sulla raccolta e perché considerate le difficoltà economiche dell’azienda è difficile ipotizzare che si trovi in fretta una soluzione. Messinambiente non ha soldi e li chiede all’Ato, l’Ato non può versarli finchè non paga i contributi arretrati di Messinambiente e per questo ha bisogno di altri soldi dal comune. Che però a sua volta è in crisi nera, rischia il dissesto e fatica a trovare risorse. Ecco perché uscire da questa situazione sembra quasi impossibile. Il nodo centrale sono i debiti con gli istituti previdenziali. Messinambiente deve all’Inps 2milioni 482mila euro e all’Inail altri 800mila. L’Ato deve pagarli prima di poter trasferire altre somme, quelle necessarie per la materiale raccolta. Su questo punto è esplosa l’ennesima polemica a distanza. Perché al commissario liquidatore dell’Ato è stato chiesto di trasferire subito i soldi a Messinambiente per fronteggiare l’imminente emergenza. E lui ha ribadito l’intenzione di risolvere prima la questione contributi.
Trimboli stamattina è stato in Prefettura per spiegare le sue ragioni. Cosa che farà anche in procura. Non ci sta a passare per capro espiatorio, non ha intenzione di seguire una strada che a suo giudizio non è praticabile.
Parla anche in forza di un documento che gli è stato trasmesso dal commissario meno di un mese fa. Un documento in cui si ribadisce la necessità di saldare tutti i debiti con gli istituti previdenziali. Cioè di fare ciò che oggi il commissario dell’Ato sta facendo.