Assemblea dei dipendenti di Casa Serena domani mattina alle 9, promossa da CGIL, CISL e UIL; riunione straordinaria della commissione servizi sociali alla presenza del commissario Croce e del dirigente De Francesco giovedì alle 15, su richiesta del consigliere comunale Nicola Cucinotta del Pd. e l’ipotesi di uno sciopero generale dei servizi sociali la prossima settimana. E’ mobilitazione in città per impedire la chiusura della struttura di Montepiselli che ospita cento anziani . E questi ultimi sono disperati e hanno occupato la casa ad oltranza.
Anche i dipendenti hanno avviato forme di protesta. Stamattina sit in a palazzo Zanca e la richiesta di essere ricevuti da Croce. Ma sulla vicenda si registra una nota delle ex assessore Dario Caroniti, che non concorda con la decisione del commissario di chiudere la struttura.
Evitiamo di soffermarci sulla vena polemica che riscontriamo nella nota dell’ex assessore alle politiche sociali Dario Caroniti, il quale sottolinea di non aver mai avuto dal sindaco Buzzanca la delega agli anziani, ma di essersi occupato ugualmente delle problematiche in questione ed entriamo subito nel merito di quali fossero le volontà dell’ex amministrazione comunale sul destino di Casa Serena. L’ex componente della giunta spiega che si era già concordato di non rinnovare l’appalto nel modo in cui si era fatto le volte precedenti, volendo procedere a un doppio affidamento che avrebbe previsto la ristrutturazione e la gestione, accollando l’onere della ristrutturazione al gestore che avrebbe goduto negli anni successivi di maggiori somme, dovute appunto a pagare gli interventi edili. Oggi – scrive Caroniti- il commissario non ha affatto quest’intenzione ma vuole chiudere la struttura. Il risparmio sarebbe evidente, pagare la retta agli anziani attualmente ospiti di Casa Serena, costerebbe molto meno che tenerla aperta. Le scorciatoie sono però spesso pericolose- aggiunge l’ex assessore- si pensi soltanto che a lavorarvi sono stabilmente oltre cento persone, alle quali si aggiungono quelle che svolgono attività precarie e di sostituzione. La chiusura metterebbe sulla strada più di un centinaio di famiglie. Esse diventerebbero presto utenti del servizio sociale, costituendo da subito un aggravio sociale e anche economico. L’esito peggiore sarebbe però quello degli anziani- conclude Caroniti, il quale invita tutti all’unione delle intelligenze per il bene comune. Intanto i dipendenti di casa serena sono ormai in assemblea permanente e da stamattina un gruppo presidia palazzo zanca