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Ore decisive per Di Maria

 

In questo contesto, sparsi per le strade della città ci sono ancora 6/700 tonnellate di rifiuti che devono essere raccolti malgrado l’ottimo lavoro svolto fin qui. I lavoratori hanno da poco percepito lo stipendi di settembre ma non sono stati pagati i relativi contributi previdenziali. L’Ato 3 ha disponibili circa 3 milioni che per Messinambiente sarebbero manna dal cielo. Ma il liquidatore Michele Trimboli vorrebbe utilizzare la somma esclusivamente per pagare gli arretrati previdenziali. Di Maria vuole rateizzare questo debito per tentare di tenere in vita Messinambiente

La situazione amministrativa in seno alla società di raccolta e smaltimento dei rifiuti è complessa. E non solo sotto l’aspetto degli oneri previdenziali. All’Inps bisogna corrispondere i contributi che vanno dal mese di gennaio fino a luglio 2012. Quelli riferiti fino al 31 dicembre dello scorso anno sono stati dilazionati e per questi Messinambiente paga una rata mensile di 72 mila euro. C’è inoltre un debito di circa 800 mila euro nei confronti dell’Inail, anche questo dilazionato con rata mensile da 69 mila euro. La prima pagata, la seconda scade domani, pena la rivalutazione del debito.

Senza la disponibilità dell’intera somma che l’Ato 3 destinerebbe esclusivamente al pagamento dei contributi, Messinambiente non avrebbe la possibilità di far fronte ai tanti creditori che da tempo bussano alla porta. Su tutti la ditta che fornisce i mezzi per il trasporto dei rifiuti in discarica e che proprio questa mattina ha fatto pervenire l’ultimo sollecito prima di fermare il servizio. Ci sono poi i pezzi di ricambio senza i quali, anche per il più piccolo dei problemi, non è possibile rendere operativi i mezzi fermi in autoparco. Altra spina nel fianco, le finanziarie cui si sono rivolti i dipendenti garantendo con le rispettive buste paga.   

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