È il “giorno del giudizio” per il Comune di Messina, che rappresentato dal commissario straordinario Luigi Croce e dal ragioniere generale Ferdinando Coglitore, si presenterà di fronte alla sezione di controllo della Corte dei Conti per fornire tutti i chiarimenti richiesti sulla crisi economico-finanziaria di Palazzo Zanca. I numeri rimangono drammatici, con residui attivi non più esigibili per 42 milioni di euro, spese legali per 16,8 milioni, anticipazioni di tesoreria per 57 milioni, debiti fuori bilancio per almeno 60 milioni. Ma ci sono anche due buone notizie. La prima: il Tar di Catania ha sospeso, come chiesto dal Comune, gli effetti delle sanzioni per la violazione del Patto di stabilità, restituendo, di fatto, 7 milioni di euro alle asfittiche casse di Palazzo Zanca. La seconda: il decreto “Salva-enti”, che ieri ha ottenuto la fiducia alla Camera, è stato modificato consentendo al Comune di poter accedere al fondo di rotazione