La proposta è stata lanciata ieri, durante una conferenza dei capigruppo quasi improvvisata, dal responsabile del Pd Felice Calabrò, ma condivisa immediatamente da tutti i rappresentanti dell’aula. Il mandato nelle mani del commissario Croce, il quale dopodomani consegnerà gli incartamenti alla corte dei conti, è che chieda alla magistratura contabile di dare a Messina la possibilità, prima che venga assunta qualunque decisione che potrebbe essere fatale, di aspettare la conversione in legge (entro un mese) del decreto 174 del 2012 che tende a salvaguardare i comuni a rischio default. Quindi segue l’ impegno che il consesso attribuisce alla deputazione nazionale affinché intervenga con importanti emendamenti e soprattutto incida sulle azioni che il governo dovrà mettere in atto per risolvere la Vertenza Messina. La richiesta fondamentale è quella dell’elargizione di un prestito a fondo perduto per far fronte alla grave crisi di liquidità in cui versa il comune e la possibilità di accedere al fondo di rotazione (che al senato ha già subito un importante emendamento: la quota pro capite è infatti passata a 200euro a cittadino). INT Sulla unità dell’aula consiliare per il bene di Messina tanto di capello, peccato che però arrivi un po’ tardi rispetto ad una situazione drammatica che affonda le radici non certo negli ultimi mesi e che adesso sembra priva di soluzione se non interverrà un miracolo. Il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Previti, e i capigruppo di tutte le appartenenze politiche, che sono poi intervenuti hanno sollecitato l’intervento deputazione regionale e nazionale, ma anche del neo presidente ella regione Crocetta. Per Previti il buco è di 350milioni di euro. Non sono mancate le attribuzioni di responsabilità per i guasti della macchina amministrativa alla classe dirigente, il solito rimarcare che parte dell'esposizione debitoria del comune dipenderebbe dall’aver anticipato fondi per la realizzazione degli svincoli di giostra e annunziata, o il ricorso all'indebitamento su indebitamento per far fronte alle richieste “interne” ed “esterne”, socialmente sostenibili e non. Ma poi è arrivato anche il “mea culpa”. Siamo noi gli amministratori pro tempore- si legge nel documento - e non possiamo sottrarci alle nostre responsabilità e vogliamo operare per far ripartire Messina. Infine l’annuncio che tutto il consiglio comunale sabato sarà in corteo con i sindacati. Speriamo di non aver sentito oggi l’ultimo canto del cigno.