Messina

Martedì 30 Aprile 2024

Cinque indagati
per morte
madre e figlio

Sono cinque gli indagati per l’incidente avvenuto il 12 agosto dell’anno scorso sull’autostrada Messina-Palermo all’altezza di Villafranca Tirrena. Un volo di una ventina di metri dal viadotto Fiorentino di una Renault Laguna SW costato la vita alla trentenne Giovanna De Salvo ed al figlio di appena 16 mesi Andrea D’Arrigo che viaggiava sul sedile posteriore in braccio alla madre.
Il sostituto procuratore Alessia Giorgianni ha chiuso le indagini inviando i relativi alle cinque persone indagate per concorso in omicidio colposo. Restano indagati, rispetto all’apertura dell’inchiesta, l’ingegner Gaetano Sciacca, all’epoca Commissario del CAS, l’ingegner Gaspare Sceusa, dirigente area tecnica di gestione del Consorzio, l’architetto Letterio Frisone, dirigente dei servizi di gestione ed il geometra Carmelo Cigno responsabile di zona. All’elenco degli indagati il magistrato ha aggiunto l’ex commissario straordinario del Cas Calogero Beringheli. Anche a lui viene contestato il reato di omicidio colposo. 
Dall’inchiesta esce invece il  26enne di Spadafora, Davide Giorgianni il conducente della Renault Clio che venne "toccata" dalla Laguna, poi volata dal viadotto, sulla quale viaggiavano le due famiglie messinesi.
Secondo la ricostruzione i due nuclei familiari avevano deciso di recarsi in un centro commerciale di Milazzo. Superata la barriera autostradale di Villafranca la Renault Laguna sulla quale viaggiavano è entrata in contatto con la Clio.  Dopo aver compiuto un testa coda l’auto ha sfondato il guard rail con molta facilità. Sul viadotto Fiorentino, infatti, le barriere protettive non erano state sostituite, come in altre zone dell’autostrada, per essere rimpiazzate con quelle di ultima generazione, molto più resistenti ed in grado di trattenere un’auto sulla sede stradale.  Nell’impatto morì la 30enne Giovanna De Salvo ed il figlio Andrea di 16 mesi. Rimasero feriti il marito della donna,  Fortunato D’Arrigo, che si trovava alla guida della Laguna, la coppia di  coniugi che era in auto con loro  e il figlio di 11 mesi. A quell’incidente sarebbe legata la spedizione punitiva del 10 febbraio scorso a Spadafora nel corso della quale fu ucciso il messinese Domenico Santapaola. A sparare fu l’ex guardia giurata Francesco Giorgianni fratello di Davide l’uomo che nell’incidente era alla guida della Clio. Secondo l’accusa Santapaola, con altri due complici poi arrestati dai Carabinieri, avrebbero organizzato un agguato per far pagare a Davide Giorgianni la morte di Giovanna De Salvo e del suo bambino. Una vendetta che poi si sarebbe ritorta contro di loro, costata la vita ad uno dei componenti il commando.

 

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