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Cattafi: Di Maggio
e la “dissociazione”

cattafi

Non ha parlato solo di Trattativa legata all’anno di grazia giudiziaria 1993, quando ne discusse seduto al tavolino di un bar, a Messina, un sabato pomeriggio, con il giudice Franco Di Maggio, allora vice capo del Dap. Uno o due anni dopo, «... all’incirca nel ’94 o ’95», sempre il giudice Di Maggio, questa volta però «... mentre ero detenuto a Milano Opera», gli parlò di un altro concetto, ovvero il «... discorso della dissociazione», e questa volta avrebbe dovuto mettersi in contatto con «... il palermitano Ugo Martello». Nei verbali che l’avvocato barcellonese Rosario “Saro” Cattafi, arrestato a luglio come capo della cupola mafiosa barcellonese, ha riempito davanti ai magistrati di due procure, Messina e Palermo, e che adesso finiranno tra le carte dell’udienza preliminare sulla Trattativa che si aprirà il prossimo 29 ottobre a Palermo, c’è molto più di quello di cui s’è parlato, e scritto, in questi giorni. E al verbale del 28 settembre, registrato nel carcere di Gazzi davanti ai sostituti della Dda peloritana Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, ci sono da aggiungere le dichiarazioni rilasciate nel supercarcere de L’Aquila il 17 ottobre scorso davanti al procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e ai sostituti della Dda Nino Di Matteo e Francesco Del Bene, una seconda puntata in cui Cattafi ha precisato alcuni concetti-chiave sul ruolo che avrebbe ricoperto nel 1993.

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