Ad un mese dalla attivazione del servizio di consultazione al pubblico del patrimonio libraio, in dotazione alla Biblioteca ed all'Archivio Storico comunale, nei locali del Palacultura di viale Boccetta, la risposta del pubblico è positiva. Buona l'affluenza di studiosi e non, ma anche di visitatori della struttura, trasferita nei mesi scorsi dai locali di via Catania, e che dal 23 ottobre potranno usufruire di un ampliamento dei giorni di consultazione: martedì, mercoledì e giovedì, dalle ore 9,30 alle 12,30 e nei pomeriggi di martedì e giovedì, dalle 15 alle 16,45.
L'Archivio Storico comunale nacque il 29 marzo 1935 con la deliberazione n. 609 del Regio commissario straordinario Gian Augusto Vitelli, e fu subito affidato a Nitto Scaglione, allo scopo di raccogliere, reperire e divulgare le memorie storiche del Comune di Messina "per un maggiore sviluppo delle attività relative alla conservazione delle sue tradizioni e dei suoi documenti". L'Archivio dalle 551 opere del 1952 è passato, alla fine del 1960, a 2.369 catalogazioni, ed oggi conserva oltre 14 mila volumi riguardanti la città, con copie risalenti al cinquecento e seicento; un'interessante emeroteca con oltre 1.600 testate; alcuni giornali risalenti al 1815 ed un'importante collezione di antiche stampe con oltre 420 esemplari, foto e cartoline d'epoca. Al momento dell'istituzione si trattò di un semplice atto di fede, e non solo perché il compito per nuovo ufficio era immane, ma anche perché la guerra incombeva.
I bombardamenti del 1940 - 1943 non trovarono molto da distruggere, ma quel poco che c'era fu disperso. La Biblioteca, intitolata al poeta Tommaso Cannizzaro, prese corpo dal fondo che lo stesso poeta lasciò in eredità a Messina, alla sua morte avvenuta nel 1921. Originariamente era formata da 5.000 volumi a carattere prevalentemente filosofico, storico folkloristico, etnografico e di storia delle regioni, arricchito dall'epistolario che il Cannizzaro tenne in particolar con lo scrittore francese Victor Hugò, con il pittore Mistral e con Giuseppe Pitrè, studioso delle tradizioni popolari siciliane. Oggi sono a disposizione del pubblico oltre 37 mila volumi.