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"Evitare il dissesto"
parola d'ordine del PD

Palazzo Zanca
Ritornano alla carica gli uomini del Pd. Dal fronte dell’opposizione a palazzo Zanca si levano nuovamente le proposte avanzate già nei mesi scorsi all’amministrazione comunale per tentare di salvare il comune dal dissesto. Questa volta però ad ascoltarle ed, eventualmente,  a condividerle, dovrà essere il commissario Croce, a cui anche oggi è stata rinnovata la richiesta di incontro. Siamo sulla soglia del  dissesto- ha ribadito il segretario cittadino Giuseppe Grioli-    a rischio c'è la stabilità economica di  tante famiglie messinesi e la qualità della vita dell'intera comunità. Forti le tensioni sociali che possono determinarsi. Tutti sulla stessa lunghezza d’onda gli  interventi del capogruppo Felice  Calabrò e dei consiglieri Gaetano Isaja, Paolo Saglimbeni e Gaetano Gennaro: il dissesto va evitato. Il partito lavorerà d’intesa con il commissario verso questa direzione. Per agire bisogna avere contezza- hanno spiegato- delle  previsioni d’entrata e contestualmente quindi si  devono riorganizzare gli uffici e le risorse umane per recuperare  capacità di riscossione di tasse e tributi. Singolare a questo proposito quanto  segnalato da Paolo Saglimbeni che si è autodenunciato più volte all’ufficio competente  per per riuscire, riuscire – ha ribadito- a pagare la tarsu del 2010 che non gli è mai stata richiesta  e di cui ancora aspetta i bollettini. Quindi il PD fa i  conti in tasca alla città:  servono 25 mln di euro per pagare gli stipendi dei dipendenti comunali (4 mesi più la tredicesima) oltre 14mln di euro per coprire i costi del servizio rifiuti, compresi gli stipendi da settembre a dicembre per i lavoratori di messinambiente; 10 mln di euro circa per trascinare fino a dicembre l’ATM ; 8 mln di euro per pagare i servizi sociali dal luglio a dicembre. I costi minimi per far funzionare palazzo Zanca  si aggirano intorno ai 65 mln di euro. Ma mentre le sole entrate crte sono rappresentate dai 20 mln di euro provenienti dallo Stato e dai 10 della Regione, da quantificare o da incassare ci sono imu, tarsu, oneri concessori, fitti attivi, tassa occupazione suolo, dismissioni, i canoni di regolarizzazione dei fitti immobili comunali, la tassa per gli impianti pubblicitari,  e l’evasione. manca il fiato soltanto ad elencarli. Secondo il Pd bisogna subito organizzare degli uffici comunali funzionali in grado di far ripartire la macchina. E qui l’affondo finale: abbiamo assistito- ha detto Felice Calabrò. a continui spostamenti di dirigenti, funzionari e impiegati con riconoscimenti a pioggia di indennità di risultato ingenti. Fatto questo  inaccettabile a fronte dei risultati che la città intera ha  registrato.

 

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