Messina

Lunedì 29 Aprile 2024

Bilancio Comunale,
l'allarme dei
revisori dei conti

Palazzo Zanca

La sintesi della dettagliata relazione  dei revisori dei conti sul consuntivo 2011 si trova a pagina 49 (in tutto sono 60) dove si legge testualmente che: “l’organismo rileva un peggioramento degli indici dei parametri di deficitarietà strutturale previsti dalla normativa, con il conseguente sforamento di 5 di essi. Questa circostanza- proseguono i revisori - induce a qualificare il comune di Messina come Ente con deficitarietà strutturali, condizione questa attribuita agli enti che presentano gravi ed incontrovertibili condizioni di squilibrio. Un ente deficitario, si badi bene- aggiungono i revisori- non è di per sé in condizioni di dissesto, ma certamente in una fase prodromica, che, però, senza decisi, delicati e mirati interventi, rischia facilmente di degenerare. Insomma- aggiungiamo noi-  il comune di Messina è nell’anticamera del default. Fra le cause di questo stato di cose i revisori indicano  la mancata verifica della reale consistenza dei rapporti di dare ed avere tra il comune  e le  società partecipate, la scarsa propensione a recuperare i crediti, l’eccessivo e sistematico ricorso alle anticipazioni di tesoreria (che ha determinato il pagamento di elevati oneri accessori) la mancata attuazione del piano di dismissioni immobiliari, la costante insorgenza di debiti fuori bilancio, e gli eccessivi esborsi per spese di rappresentanza.  Nell’ultima pagina il collegio invita dunque l’amministrazione ad adottare tutte le misure correttive, necessarie e improcrastinabili, per il mantenimento strutturale degli equilibri di bilancio. Appena depositata la copia delle relazione, è stata immediata la reazione del capogruppo del Pd Felice Calabrò, il quale in una nota  commenta: di tale stato di cose dobbiamo certamente ringraziare l’amministrazione uscente, che, ad onor di cronaca, seppur non esclusivamente responsabile, ha fatto del suo meglio per raggiungere questi ottimi risultati. Forse l’1% di programma non attuato a cui faceva riferimento l’ex sindaco  - si chiede  Calabrò-   consisteva proprio nel mancato risanamento economico?

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