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Inquinamento, allarme
per lo Stretto di Messina

MARE: DOSSIER WWF, MEDITERRANO MINACCIATA DA PETROLIO
TESORI NATURALISTICI IN PERICOLO, DA SPAGNA A CROAZIA
            
            (ANSA) - ROMA, 3 SET - I tesori naturalistici del
Mediterraneo messi in pericolo dal rischio petrolio: le nazioni
coinvolte sono Spagna, Marocco, Algeria, Italia, Grecia e
Croazia. E' quanto rileva il Wwf nel dossier 'Teniamo la
rotta-Tutela dell'ambiente marino e navigazione marittimà
lanciato oggi in occasione della partenza del Giro d'Italia a
vela da Trieste.
   Nella mappa delle aree più esposte alla "minaccia" delle
trivelle c'é il mare di Alboran (tra Spagna, Marocco e
Algeria), acque in cui migrano nel Mediterraneo balene, delfini,
tartarughe marine, pesce spada e tonno, le Isole Baleari dove
sono presenti praterie a posidonia e numerose specie di cetacei;
il Bacino sardo-corso-liguro-provenzale che soprattutto in
estate si popola di balene e diverse specie di delfini; le
Bocche di Bonifacio; il Mar Egeo, Bosforo e Dardanelli che
ospita la più consistente popolazione di foca monaca del
Mediterraneo (tra i 120 ed i 250 esemplari); le coste della
Dalmazia; le coste dell'Algeria e Tunisia; il Tirreno
meridionale e lo Stretto di Messina; il Golfo di Gabes, in
Tunisia; il Golfo della Sirte (Tunisia); il Mediterraneo
orientale e Iskenderun Bay (Turchia) e Lagune costiere
adriatiche.
   Il Mar Mediterraneo (2,5 milioni di kmq per 3,7 milioni kmü e
circa 46,270 di km di costa) è - spiega l'associazione - "uno
scrigno di biodiversità" su cui "grava un'ondata di traffico
merci (3,6 miliardi di tonnellate di beni movimentati nel solo
2010), trasporto di petrolio (9 milioni di barili ogni giorno),
pari al 20% del greggio trasportato in tutto il mondo, di cui
metà scaricati nei soli porti petroli italiani (tra cui Genova,
Trieste e Venezia definita una 'rotta di cristallo'). Ci sono
anche 750 porti turistici e 286 commerciali, 13 impianti di
produzione di gas e 180 centrali termoelettriche. (ANSA).

 I tesori naturalistici del Mediterraneo messi in pericolo dal rischio petrolio: le nazioni coinvolte sono Spagna, Marocco, Algeria, Italia, Grecia e Croazia. E' quanto rileva il Wwf nel dossier "Teniamo la

rotta - Tutela dell'ambiente marino e navigazione marittima"

lanciato oggi in occasione della partenza del Giro d'Italia a

vela da Trieste.

   Nella mappa delle aree più esposte alla "minaccia" delle

trivelle c'é il mare di Alboran (tra Spagna, Marocco e

Algeria), acque in cui migrano nel Mediterraneo balene, delfini,

tartarughe marine, pesce spada e tonno, le Isole Baleari dove

sono presenti praterie a posidonia e numerose specie di cetacei;

il Bacino sardo-corso-liguro-provenzale che soprattutto in

estate si popola di balene e diverse specie di delfini; le

Bocche di Bonifacio; il Mar Egeo, Bosforo e Dardanelli che

ospita la più consistente popolazione di foca monaca del

Mediterraneo (tra i 120 ed i 250 esemplari); le coste della

Dalmazia; le coste dell'Algeria e Tunisia; il Tirreno

meridionale e lo Stretto di Messina; il Golfo di Gabes, in

Tunisia; il Golfo della Sirte (Tunisia); il Mediterraneo

orientale e Iskenderun Bay (Turchia) e Lagune costiere

adriatiche.

   Il Mar Mediterraneo (2,5 milioni di kmq per 3,7 milioni kmü e

circa 46,270 di km di costa) è - spiega l'associazione - "uno

scrigno di biodiversità" su cui "grava un'ondata di traffico

merci (3,6 miliardi di tonnellate di beni movimentati nel solo

2010), trasporto di petrolio (9 milioni di barili ogni giorno),

pari al 20% del greggio trasportato in tutto il mondo, di cui

metà scaricati nei soli porti petroli italiani (tra cui Genova,

Trieste e Venezia definita una 'rotta di cristallo'). Ci sono

anche 750 porti turistici e 286 commerciali, 13 impianti di

produzione di gas e 180 centrali termoelettriche. 

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