Prima il giallo dei calcoli che non arrivavano mai al Genio Civile ad eccezione di una mini-relazione non firmata. Poi finalmente le 455 pagine siglate dal Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università sui problemi di sicurezza sismica e perfino statica del viadotto Ritiro, le interpretazioni e le polemiche sulla possibilità di immediato innesto del nuovo svincolo di Giostra all’opera del 1969 senza un preventivo rafforzamento. E su quel “giunto” che, a date condizioni, non avrebbe pesato sul viadotto, parola di
Dipartimento. Infine il vertice convocato il 7 agosto dall’assessore regionale: due bozze di verbale venute fuori in successione, a contraddirsi l’un con l’altra come se a Palermo si fosse parlato in aramaico, e infine il congelamento. Il tutto condito da una tensione che nel capoluogo regionale aveva toccato l’apice. Al punto da negare una fotografia alla “Gazzetta” perché, aveva detto il rappresentante del sindaco, «non siamo qui per giocare». Ebbene, a distanza di quasi venti giorni dal vertice regionale, ai messinesi viene da chiedersi: cosa ne è stato dell’interesse generale per l’innesto del nuovo svincolo di Giostra?
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