L'incontro sulla ricostruzione del ponte di Calderà tra genio civile di Messina, amministrazione comunale di Barcellona, assessore provinciale all’Ambiente e i tecnici della provincia regionale di Messina, si è concluso con la decisione condivisa di poter ricostruire il collegamento in una posizione più a monte rispetto a quanto previsto da un progetto donato al comune di Barcellona da giovani professionisti. Una decisione contestata da molti cittadini delle due frazioni di Calderà e Spinesante, di fatto separate dal 22 novembre.
Il coro dei residenti è stato raccolto dal capogruppo della GdL (area An del PdL) in consiglio provinciale, Pino Galluzzo, che ha definito tale prospettiva “incomprensibile”. «Appare di tutta evidenza che il ponte progettato gratuitamente presenti notevoli elementi di preferenza rispetto alla soluzione prospettata a mezzo stampa dall’amministrazione comunale – ha affermato il consigliere -. Ricostituirebbe la linea di costa valorizzando nel punto di maggiore densità abitativa il percorso intrapreso dalla provincia regionale di Messina attraverso la costruzione del collegamento tra Oliveri e Falcone e il ripristino del collegamento tra Barcellona e Terme Vigliatore, per ridare vita alla litoranea dalla Baia del Tono alle spiagge di Marinello ormai da lungo tempo attesa dagli abitanti dei centri tirrenici. Inoltre consentirebbe alle due frazioni di essere davvero riunite mentre con la prospettiva del collegamento a monte le due frazioni di fatto verrebbero espulse da eventuali flussi turistici o di transito in genere, avrebbe inevitabilmente costi più bassi rispetto alla soluzione prospettata dalla giunta comunale perché nell’eventuale progetto del collegamento più a monte andrebbero previsti anche i collegamenti con la viabilità e quindi due terrapieni con relative rampe di accesso una lato Palermo e una lato Messina, andrebbe realizzato un sovrappasso sulla via del mare e andrebbero espropriati i terreni per la realizzazione delle opere di collegamento».
Col progetto già donato non si costituirebbe una terza barriera tra valle e monte (già esistono le barriere costituite da autostrada e ferrovie) mentre con la nuova prospettiva si creerebbe di fatto una barriera lunga oltre trecento metri perpendicolare all’asse del torrente che insieme alle altre due barriere artificiali già citate costituirebbe un’evidente inutile cementificazione, una distorsione del profilo orografico del territorio e un’ulteriore barriera che aumenterebbe il rischio di eventuali alluvioni. «Ci piace ricordare che adottando il progetto donato dai giovani professionisti barcellonesi, si eviterebbe di sprecare diverse centinaia di migliaia di euro per la progettazione – ha concluso Galluzzo -. Ma si sa che di questi tempi un progetto potrebbe non essere un dono gradito. Ci chiediamo in buona sostanza quali logiche spingano verso la soluzione che la giunta comunale ha reso noto attraverso un comunicato stampa».