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Chieste sei pesanti condanne

tribunale messina

Si è  conclusa con sei pesanti richieste la requisitoria del PM Giuseppe Verzera nel processo dell’operazione Ponente per le estorsioni all’impresa"Encla infrastrutture" di Ettore Crisafulli impegnata nei lavori di riqualificazione del litorale di Milazzo. Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto la condanna a 15 anni per il barcellonese Francesco Carmelo Messina, a 14 anni per l’imprenditore di Milazzo Francesco Di Maio, a 10 anni per il boss di Barcellona Carmelo D’Amico, a 9 anni per il fratello Elio e per Salvatore Puglisi di Terme Vigliatore e a 6 anni per il commerciante di lubrificanti barcellonese Nicola Cannone. Pesanti i capi di imputazione: concorso nel reato di estorsione e tentata estorsione aggravati dal metodo mafioso. Boss barcellonesi ed imprenditori “contigui” avrebbero  costretto l’imprenditore palermitano Ettore Crisafulli a versare il pizzo del 3%, quello che, in gergo mafioso, viene chiamata la messa a posto,  per aggiudicarsi nel marzo 2007 l’appalto da 7 milioni di euro per la riqualificazione del litorale di Ponente a Milazzo. Lo avrebbero convinto con una serie di atti intimidatori ed attentati nei cantieri, costringendolo a versare una prima rata di 10 mila euro e poi altri 20 mila euro come “regalo di Natale” per le famiglie dei detenuti barcellonesi. Ma non è tutto perché i boss gli avrebbero imposto anche le forniture dei materiali e l’assunzione di operai. Nell’estate del 2008 il titolare della “Encla Infrastrutture srl”  denunciò ricatti ed intimidazioni  alla Squadra Mobile che il 18 aprile del 2010 – nell’ operazione “Ponente” arrestò cinque persone.

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