Cateno De Luca, neo sindaco di Santa Teresa di Riva e da pochi giorni ex deputato regionale dopo le sue improvvise dimissioni, è stato rinviato a giudizio dal gup Massimiliano Micali per l’inchiesta sulla speculazione edilizia al comune di Fiumedinisi di cui il leader del movimento “Sicilia Vera, è stato a lungo sindaco. De Luca, insieme con altre 17 persone, dovrà comparire il prossimo 24 ottobre davanti ai giudici della seconda sezione penale. A De Luca, che per questa vicenda era stato arrestato nel giugno dell’anno scorso, vengono contestati i reati di abuso d'ufficio, tentata concussione e falso. A giudizio vanno anche il fratello del deputato regionale, Tindaro, il funzionario del Comune di Fiumedinisi, Pietro D'Anna e il presidente della Commissione edilizia, Benedetto Parisi tutti arrestati su richiesta del procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro e del sostituto Liliana Todaro. Il gup Micali ha rinviato a giudizio anche l'ex componente della giunta comunale Pietro Bertino, il vice sindaco Grazia Rasconà, l’ex l'assessore Paolo Crocé ed altri amministratori ed ex amministratori del comune ionico ed i componenti della commissione edilizia comunale Renzo Briguglio, Angelo Caminiti, Roberto Favosi, Fabio Nicita, Francesco Carmelo Oliva. Sotto la lente d’ingrandimento della magistratura era finito un programma che in origine era di opere di riqualificazione urbanistica e incentivazione dell'occupazione. Secondo l’accusa la maggior parte degli interventi ha favorito direttamente o indirettamente De Luca e i suoi familiari. Perno dell’inchiesta i lavori di realizzazione di un albergo con annesso centro benessere della società "Dioniso srl", l'edificazione di 16 villette da parte della coop "Mabel", e la realizzazione di muri di contenimento del torrente Fiumedinisi. Strutture, alcune già ultimate altre in fase di costruzione, che vennero tutte sequestrate dalla magistratura.