Giuseppe Galluzzo, Enzo Testagrossa, Francesco Rella, Giuseppe Calabrò, Massimiliano Branca, Letteria Parisi, Piero Bruglia e Giuseppe Sajia, sono gli 8 consiglieri provinciali pidiellini, di area ex an, che hanno scatenato la crisi a palazzo dei Leoni durante la seduta del consiglio di oggi. Hanno preso ufficialmente le distanze dal presidente Nanni Ricevuto, in seguito all’aumento del numero di assessori, allontanandosi così di fatto dalla maggioranza e dalla deputazione che lo sostiene - come scrivono anche in un documento inviato alla stampa . Immediata la reazione dell’opposizione che , attraverso Luigi Gullo e Giuseppe Grioli, ha chiesto l’apertura del dibattito per verificare la tenuta dell’alleanza di governo. Grioli ha invitato alla chiarezza anche i 5 assessori della stessa area di riferimento e cioè Rosario Catalfamo, Maria Rosaria Cusumano, Renato Fichera, Rosario Ventimiglia e la new entry Daniele Bruschetta, e il presidente Ricevuto a presentare in aula l’intera squadra per ricevere la fiducia. Se non dovesse ottenerla – ha concluso l’esponente del pd- rimetta il mandato e si vada a votare. Già da un paio di giorni si vociferava di un malessere serpeggiante fra Ricevuto e il sindaco Giuseppe Buzzanca, presidente provinciale del pdl, che avrebbe mal digerito la scelta di una maggiore presenza nella giunta provinciale degli esponenti dell’udc, con cui il primo cittadino ha notoriamente un pessimo rapporto e, ieri, lo stesso ha parlato di disagio procurato dalla decisione di una giunta con 15 assessori in un momento poco opportuno. Inoltre, in tarda mattinata, Sicilia vera, Pd, Rifondazione Comunista, Mli, Fli e Mpa hanno sottoscritto un documento in cui invitano Ricevuto a ritirare la determina in autotutela perché viola la legge del 2011 che vieta il superamento del numero degli assessori oltre il 20% di quello dei consiglieri. Quindi essendo questi ultimi 45, la squadra dovrebbe avere 9 elementi. Secondo Giuseppe Lombardo di Sicilia Vera l’aver ridotto le indennità degli assessori non è stata una scelta di sacrificio, ma un espediente per aggirare la norma.