L’occasione era quella della chiusura del percorso di Messina 2020. L’occasione era quella di un confronto prima ancora che di una condivisione su quale sia la strada migliore per rendere Messina una città per davvero del terzo millennio. Ed invece si è trasformata nell’occasione - almeno nel prologo – delle occasioni perdute. Perdute perché al confronto sui tre macro progetti, quello della Piastra Commerciale, Il Piano Mortelle Tono, e quello di Porti e stazione, sono venuti a mancare interlocutori privilegiati come i sindacati e confindustria, ma anche le associazioni dei commercianti, e degli agricoltori. Chissà se c’è un nesso fra questo diniego e quello della scarsa presenza politica denunciata da Confindustria, in occasione dell’ultima assemblea annuale? Le diciotto sigle che riconoscono in “uniti per Messina”, hanno boicottato Urban Lab parlando di strumenti datati, e di scarso confronto sul documento “Patto per lo sviluppo “ presentato oggi. La risposta dell’assessore Gianfranco Scoglio non si è fatta attendere. “ andremo avanti con o senza altre parti. Chi non partecipa ha sempre torto… e non solo.L’intervento più atteso era probabilmente quello dell’ arch. Francesco Giacobone del Ministero delle Infrastrutture. Da lui parole di speranze. “Messina è pienamente nel sistema italiano. Sono già stati finanziati 4 progetti ed è di certo una città innovativa” . I fondi – nel complesso parliamo di diverse decine milioni di euro - per questi progetti potranno essere intercettati dai residui della programmazione comunitari 2007 -13 o dai nuovi fondi disponibili per il 2014-2020.