Diventato molto più che un rischio in seguito ai ventidue provvedimenti notificati tra la fine di maggio e gli inizi di giugno ad altrettante case di riposo di Messina, con cui il dipartimento Servizi sociali del Comune ha ordinato la «inibizione attività» a carico delle strutture socio- assistenziali. Ventidue provvedimenti fotocopia, tutti identici fatta eccezione, ovviamente, per inomi dei destinatari e delle strutture.
Buzzanca, tra le tante deleghe tenute per sè, ha pure quella ai servizi sociali. E a lui si sono rivolti anziani e parenti per dire no alla chiusura delle case di riposo. La legge è legge, questo è ovvio, ma duecento e forse più anziani senza più un tetto rappresentano un problema sociale enorme e il sindaco lo sa bene.
Abbiamo cercato di creare un rimedio - ha dichirato al nostro giornale - e posso dire che incontrerò tutti i titolari delle case di riposo, che la settimana prossima convocherò per affrontare insieme il problema. È chiaro che ci vuole un intervento legislativo a Palermo, quella circolare fissa standard che non possono essere sopportati da piccoli imprenditori. Finora abbiamo
adottato un criterio molto tollerante,
venendo incontro alle esigenze
di tutti. È evidente che sono
stati fatti errori dalla Regione,
che spesso non si rende conto della
realtà. E mi dispiace che a farlo
sia stato un nostro concittadino».
Quell’Antonio D’Aquino che nelle
settimane scorse ha preso il posto
proprio di Buzzanca all’Ars, dopo
la lunga lotta sul doppio incarico.
«Mi farò carico della questione,
perché prima di tutto è un problema
di giustizia sociale».
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