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Al tavolo di Confindustria la politica è assente

Le stilettate forti e chiare del prefetto Francesco Alecci per l’assenza della politica al tavolo- chiave annuale di Confindustria che s’è tenuto martedì alla Camera di commercio hanno fatto crescere il livello d’attenzione, per un dialogo tra industria sana e amministratori pubblici che evidentemente non c’è più datempo, almeno stando alle sedie vuote dell’altro ieri. Eppure il presidente di Confindustria Ivo Blandina nella sua relazione ha tracciato un quadro quanto mai chiaro e puntuale del suo mondo,
ha parlato di «responsabilità» come «valore da considerare», ha chiesto «coesione», ha spiegato che gli industriali devono essere «esempi positivi di un mondo che vuole affrancarsi da logiche di contiguità e di accettazione di pratiche e culture mafiose», ha dato conto dell’incremento degli iscritti («vi è stato un aumento del 26% della base associativa»).
Ha chiesto «a gran voce un “momento di discontinuità” perché la Camera di commercio riacquisisca autorevolezza istituzionale e la sua funzione nell’ambito di una strategia condivisa di sviluppo economico».
Di acqua sul fuoco della polemica per le “assenze istituzionali” non ne ha gettata ieri il sindaco Giuseppe Buzzanca, che prima nel pomeriggio ha cinguettato una risposta velenosetta su twitter e poi in serata ha rincarato la dose: «Non l’ho saputo io e come me tanti altri sindaci, ci vorrebbe un minimo di rispetto per le istituzioni.
Secondo me bisogna interrogarsi sul perché non ci fossero i sindaci, il “presidente marinaio” Blandina avrebbe dovuto telefonare per invitare tutti, non bastano le letterine che si perdono tra la miriade di inviti che arrivano al Comune». Insomma la polemica è innescata, vediamo le prossime puntate. Ma gli altri c’erano al tavolo di Confindustria, e non hanno avuto bisogno di telefonate.

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