Ieri mattina il sostituto
della Distrettuale antimafia
Fabio D’Anna ha potuto formulare
le richieste dell’accusa per i sette
imputati davanti alla seconda
sezione penale del tribunale presieduta
dal giudice Rosa Calabrò.
E si tratta di tre richieste pesanti
di condanna e quattro di assoluzione.
Ecco il dettaglio. Per Salvatore
Comandè il pm ha chiesto la condanna
a 8 anni di reclusione, per
Stellario Libro a 7 anni, e infine
per il boss Rosario Tamburella a
10 anni. L’assoluzione è stata invece
invocata, con la formula «per
non aver commesso il fatto», per
Luigi Leardo, Francesco Prestipino,
Rosario Morgante e Domenico
Gurgone. Alcune dichiarazioni
di prescrizione dei reati contestati,
ovvie visto il trascorrere del
tempo, sono state richieste per
Comandè, Libro e Tamburella.
La prossima tappa del processo
è parecchio al di là nel tempo. Ieri
tutto è stato aggiornato dal presidente
Calabrò al 16 gennaio del
2013. Al centro dell’ultimo troncone
processuale della “Scacco matto”
c’è stata l’attività del clan Ferrara
a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 soprattutto
in due settori: l’organiz -
zazione di una serie di rapine a
banche e uffici postali con la collaborazione
di alcuni esponenti
del clan catanese dei Cursoti, e le
richieste estorsive imposte praticamente
a tappeto dal gruppo
non soltanto ai commercianti del
quartiere Cep, ma anche nei grandi
cantieri che in quel periodo erano
stati aperti nella zona sud. Gli
operatori economici che avevano
la propria attività nel “regno” di
Ferrara, pagavano dalle 500.000
lire ai 3 milioni al mese per la protezione.