Negli ambienti militari la notizia circolava da mesi, adesso è ufficiale.
L’Arsenale di Messina diventerà presto “Centro di eccellenza della Nato” per la demilitarizzazione e lo smaltimento di unità navali, non più in linea, fino a duemila tonnellate (navigliosottile). Il progetto preparato dalla Agenzia industrie e difesa, da cui l’Arsenale di Messina dipende dal 2001, è stato sposato dalla Namsa, lo strumento logistico- amministrativo della Nato, con sede in Lussemburgo. Entro la fine dell’estate la commissione Namsa sarà a Messina per verificare lo stato dell’Arsenale e di fatto dare il via libera all’arrivo nella città dello Stretto delle prime unità navali. Ma è chiaro che il progetto andrà a regime non prima diun anno, visto che bisognerà eseguire, nella struttura che sorge al culmine della Falce, una serie di interventi per la realizzazione di importanti impianti per garantirela sicurezza ambientale e aree per l’accumulo di materiali da smaltire.
Un progetto importante, che
prevede un investimento di circa
25-30 milioni di euro con fondi
militari, sotto l’egida dell’Agenzia
industria e difesa, diretta dall’on.
Marco Airaghi, braccio operativo
– una vera e propria holding – del
Ministero della Difesa.
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