I segretari generali
delle funzioni pubbliche
di Cgil, Cisl e Uil, Clara Crocè,
Calogero Emanuele e Pippo Calapai,
mettendo da parte le solite
divisioni che non mancano
mai, hanno inviato una nota
congiunta al prefetto Francesco
Alecci per chiedere la convocazione
di tutte le parti in causa:
Buzzanca, Caroniti, presidenti e
associazioni delle cooperative,
«al fine di definire un percorso
che possa garantire lo stipendio
ai lavoratori e migliori servizi
all’utenza». I sindacati esprimono
«forti preoccupazioni in merito
alla gestione dei servizi sociali
da parte del Comune di
Messina, la discontinuità della
liquidazione delle fatture alle
cooperative provoca il mancato
pagamento degli stipendi ai lavoratori
delle cooperative, i
quali sono costretti periodicamente
a protestare per ottenere
il diritto allo stipendio». Una situazione
che «ha ridotto alla disperazione
i lavoratori, costretti
a ricorrere a prestiti personali, a
scoperture bancarie e a rivolgersi
alla mensa dei poveri. I presidenti
delle cooperative non sono
in grado di provvedere al pagamento
degli stipendi, in quanto
il Comune non ha provveduto
alla liquidazione di tutte le fatture.
A ciò si aggiunge che anche
in assenza di rimesse da parte
del Comune, le coop devono anticipare
le somme per il pagamento
dei contributi previdenziali,
ai fini dell’ottenimento del
Durc. E intanto c’è chi batte cassa, al
Comune, ma per altre vie, attraverso
i tribunali. Nei giorni scorsi,
infatti, la giunta comunale ha
dovuto deliberare di tutelarsi di
fronte agli ennesimi decreti ingiuntivi.
Gli ultimi due li ha presentati
la cooperativa “Azione
sociale”, uno da quasi 221 mila
euro, l’altro da oltre 578 mila euro.
In entrambi i casi il Comune
sarà difeso dall’avvocato Giulia
Carrara (con tanto di parcelle da
5 mila e da 8.500 euro).
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