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Messina alle urne, la testimonianza di un presidente: "Abbiamo lavorato in condizioni pessime"

Ritardi su ritardi. E un dato ufficiale che ancora manca, nonostante le accelerazioni delle ultime ore. Frutto di una disorganizzazione palese. La testimonianza di quello che sono stati i due giorni di voto e spoglio arriva direttamente di un presidente, Rosario Ceraolo, che ci ha raccontato la sua testimonianza.

"Sono stato presidente della sezione 102 Bisconte Via Polveriera. Dalle 15 di sabato a martedì notte, quando ho chiuso il seggio alle 2:30. Al netto degli orari di chiusura sono state 44 ore di lavoro. Nella sezione vi erano circa 900 elettori, quindi schede da vidimare in egual numero per ciascuna elezione (circa 7200 scheda da vidimare), per non parlare dei nominativi dei tanti candidati da trascrivere nei verbali (non si capisce perché non si riescano a prestampare) ed ancora 8 scrutini di cui 5 da fare in continuità con la chiusura delle sezioni alle 23, ammesso che a quell’ora si sia chiuso. Quindi tabelle di scrutinio da controllare e verbali da redigere in modo corretto e coerente in orari e con un pregresso di stanchezza su cui non credo ci sia bisogno di spendere molte parole per spiegarlo. Poi lo scrutinio delle amministrative inevitabilmente complesso per la quantità di liste e candidati su cui non credo di dovere dare informazioni che non siano note con una complessità di lettura delle schede che può contenere contemporaneamente sino a quattro registrazioni (sindaco – lista – preferenze n. 2 di genere diverso), in cui è necessario registrare se il sindaco è votato direttamente, in modo disgiunto o per trascinamento, schede che inoltre vanno anche distinte in relazione al fatto che le stesse contengano preferenze. Insomma, una scheda per essere letta ed interpretata e registrata senza rischio di errore richiede tempo e concentrazione. Ma tutto questo per me era noto visto che ho alle spalle circa 10 tornate elettorali comprese le precedenti amministrative per nulla facili (basta riprendere le cronache di quei giorni).
Rappresento, però, una grave carenza nell’attenzione ai componenti dei seggi per quello che ha riguardato l’igiene e la pulizia degli ambienti. Nessuno si è presentato per delle pulizie durante le ore delle votazioni, non solo delle sezioni ma anche dei servizi igienici che peraltro nelle ultime ore erano anche senza acqua. Sono state fornite delle mascherine di pessima qualità, non è stato fornito igienizzante per la sanificazione delle matite copiative e stato fornito solo un igienizzante per le mani. Eppure avevamo il compito anche di garantire condizioni atte a ridurre il rischio del contagio di cui oggi non si parla più ma che tuttavia è ancora ben presente. Ho avuto una composizione del seggio in cui un solo componente al netto del presidente e segretario aveva esperienza e tutto sommato mi è andata bene perché erano persone per bene e volenterose. In queste condizioni non avere fatto errori è sostanzialmente impossibile. Ma poi trovo assurdo che i presidenti del seggio debbano portare i plichi al comune a proprie spese (carburante), peraltro anche in più siti (i dati delle circoscrizioni sono stati consegnati in sedi diverse da quello del referendum e del consiglio comunali) girovagando per la città di notte.
Non ho conclusioni da esporre, non è il mio compito: mi sono limitato a descrivere i fatti che non si possono smentire. Non faccio parte delle 73 sezioni (da quanto rilevabile dai siti istituzionali) sulle quali le cronache dicono ci siano problemi, qualora dovessi essere convocato avrò modo di rappresentare queste difficoltà nella speranza di avere riconosciuta almeno l’attenuante del lavoro “usurante”. Per tutto questo il tema delle condizioni in cui le sedi sono state lasciate mi sembra paradossale ed un po' fuori luogo, pur avendo ricevuto una educazione nella quale ho imparato che i luoghi che si lasciano più puliti ed in ordine di come li hai trovati. Credo che in questo caso si possa dissentire… A proposito comunque abbiamo anche recuperato una scopa ed una paletta per spazzare l’aula".

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